Quale genere per lo studio delle migrazioni? Qualche riflessione e tanti interrogativi - Archive ouverte HAL Accéder directement au contenu
Communication Dans Un Congrès Année : 2019

Quale genere per lo studio delle migrazioni? Qualche riflessione e tanti interrogativi

Résumé

In questo contributo parto da una constatazione: adottare una prospettiva di genere nello studio delle migrazioni non significa semplicemente studiare il ruolo ricoperto dalle donne, cercare di capire se migrano più o meno degli uomini, se partono per cause e motivazioni differenti, se seguono percorsi diversi. Certo queste riflessioni sono essenziali, ma una tale perspettiva, continuando a riferirsi al modello maschile, adotta una visione androcentrica. Ora, nel corso degli ultimi trent’anni anni le ricerche su genere e migrazioni hanno accumulato conoscenze, dati, approfondito nuove tematiche, portato alla luce campi migratori inaspettati, restituito visioni soggettive che offrono le basi per andare oltre una narrazione che si propone come neutra. Non pretendo di restituire tutto lo spessore politico, epistemologico e metodologico del dibattito tanto più che la “produzione delle migrazioni” ingloba i rapporti di potere che attraversano, oltre che i mondi migranti, anche le istituzioni (organismi nazionali e sovranazionali, università e centri di ricerca) . Il mio obiettivo è molto più modesto: dibattere qualche pista di riflessione tenendo conto di due focali. La prima considera che nel mettere al centro dell’attenzione l’articolazione fra sfera produttiva e quella riproduttiva l’approccio di genere ha contribuito a decostruire il paradigma operaista, a svincolare le donne migranti da una visione familiare e progressivamente a mettere in causa una visione eternormativa delle migrazioni. Il secondo guarda al campo degli studi delle migrazioni e genere tenendo conto del fatto che è attraversato da tensioni epistemologiche che si catalizzano intorno a tre prismi (particolarista, universalista e interdipendenza), i quali conferiscono un valore esplicativo differente all’appartenenza di genere aprendo spazi di confronto tanto nell’ambito degli studi di genere che delle migrazioni. Questi livelli di analisi comportano un questionamento più generale: come e se la migrazione agisce sui soggetti genderizzati, e in che modo il suo studio permette di analizzare le soggettività e i rapporti di potere nella loro variabilità. In effetti, le migrazioni femminili assumono configurazioni poliedriche e, secondo il punto di vista che si adotta, si possono mettere in risalto continuità o discontinuità. Se si guarda alla storia delle donne attraverso l’ottica delle migrazioni appaiono numerose rotture fra il passato e il presente; se si guarda al fenomeno a partire dell’appartenenza di genere appaiono numerose continuità, soprattutto se si considera la collocazione delle migranti sul mercato del lavoro. La mia ipotesi è che importante ricucire questi aspetti, che a volte possono apparire contrastanti, attraverso un approccio storico e localizzato che considera le articolazioni fra e attraverso i campi migratori e che tenga conto della multiposizionalità delle migranti.
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Citer

Adelina Miranda. Quale genere per lo studio delle migrazioni? Qualche riflessione e tanti interrogativi. Genere, sessualità e migrazioni, MOMI, Università degli Studi Orientale, 2019, Napoli, Italy, France. ⟨hal-04173887⟩
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