Oggetto di scavi, raccolte di superfice e prospezioni sin dalla fine degli anni 60 (Guillot 1968-1971, 1976 ; Feugère, Guillot 1986 e J.-L. Flouest 1987-1989 e 1997), l’abitato di Bragny-sur-Saône si impone nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale come uno dei primi insediamenti celtici non fortificati caratterizzato da un’intensa e diversificata attività artigianale (metallurgia del ferro e delle leghe del rame, attività tessili, produzione cerealicola …) e da un’altrettanta cospicua e variegata presenza di importazioni provenienti sia dal mondo transalpino che da quello mediterraneo. Nonostante la ricchezza del sito, la sua estensione reale, l’organizzazione spaziale e funzionale sia dell’insediamento stesso che delle sue numerose strutture negative sono ancora tutt'oggi ignote o parzialmente interpretate. Nell’ambito del Progetto Collaborativo di Ricerca (PCR) La confluence Saône-Doubs à l’âge du fer (VIe s. av. J.-C. au Ier siècle de notre ère) coordinato da Émilie Dubreucq et Matthieu Thivet, la programmazione pluriannuale di nuove campagne di scavo in settori non ancora investigati abbinate ad estese campagne di indagini geofisiche e geomorfologiche dovranno permettere di delineare con più precisione non solo il funzionamento del sito ma anche il suo ruolo nella vasta rete di scambi transalpini della media età del Ferro. Il presente contributo sarà l’occasione di presentare per la prima volta i dati acquisiti durante le prime due campagne di scavo e prospezione (2021-2022) e di proporre un’interpretazione più articolata del sito confrontandolo ad insediamenti simili presenti in ambito transalpino come nord-italico