Villa Madame. Achat et restauration par Maurice Bergès; 1913/1925. - Archive ouverte HAL Accéder directement au contenu
Article Dans Une Revue Bollettino ICR Année : 2008

Villa Madame. Achat et restauration par Maurice Bergès; 1913/1925.

Catherine Vermorel

Résumé

On 14 January 1913, the French engineer Maurice Bergès acquired Villa Madama and commissioned the Roman architect Pio Piacentini to carry out the consolidation and restoration work. The "Bergès papers", discovered at theMusée de la Houille Blanche, regard VillaMadama during the period 1912- 1926, and throw light on many aspects of the villa's contemporary history, especially on the restoration work in the early 20th century. At that time, there was much discussion in Rome between experts from Italy and other countries on the subject of restoration and the problems relating to it. This would eventually lead to the Charter of Athens in 1931 followed by the Venice Charter in 1963. However, by 1912 some of the participants already had clear ideas on the subject, and specialists were beginning to draw up projects with innovative ideas, looking to the future. Therefore, it was necessary to clarify the new principles by persuading people with decisional power to adopt them, by changing the mindset of professionals in the sector, and by convincing politicians that there were administrative advantages. The restoration of Villa Madama took place during this whirlpool of activity, guided initially by Camillo Boito's ideas, then by criteria similar to those of the future Athens Charter. The result of the restoration project is therefore linked to the differing opinions at the start of the century, swinging between the reconstruction approach which had gained favour in the 19th century and the application of preventive conservation which was beginning to be accepted. Since preventive conservation was not applicable to the villa in 1912, it was used later in the work carried out by Bergès, and the appearance of the villa in 1923 (on the outside) shows the result of the changed approach. Italiano : Il 14 gennaio 1913 l'ingegnere francese Maurice Bergès acquista Villa Madama ed affida i lavori di consolidamento e restauro all'architetto romano Pio Piacentini. Il "fondo Bergès", scoperto al Musée de la Houille Blanche e che riguarda Villa Madama nel periodo 1912-1926, porta numerosi elementi alla storia contemporanea della villa ed una luce particolare sul restauro all'inizio del XX secolo. All'epoca vi era grande fermento nella Città Eterna, luogo d'elezione di intensi scambi internazionali e di confronto quotidiano sui molteplici problemi legati al restauro, che condurranno alla Carta di Atene nel 1931 e poi a quella di Venezia nel 1963. Quantunque già nel 1912 alcuni pensatori avessero già delle idee precise in merito ed alcuni specialisti elaborassero progetti con un'intuizione illuminata rivolta al futuro, fu necessario del tempo per chiarire i nuovi principi, imporsi alla maggior parte di coloro che avevano il potere decisionale, modificare le abitudini dei professionisti del settore, convincere i politici e adire le istanze amministrative. Il "restauro" di Villa Madama si iscrive in questo vortice di attività: guidato inizialmente da precetti ispirati piuttosto da Camillo Boito, sarà in seguito valutato con criteri vicini alla futura Carta di Atene. Il risultato è quindi legato alle esitazioni dell'inizio secolo, in bilico tra le tendenze di ricostruzione derivanti dal XIX secolo e l'attuazione dei principi di conservazione preventiva che cominciano ad imporsi. Non potendo trovare applicazione nella Villa nel 1912, quei principi furono realizzati sull'integrazione di Bergès, conservata come si presentava nel 1923 (all'esterno) e che testimonia perfettamente quelle incertezze.
Le 14 janvier 1913, un ingénieur français du nom de Maurice Bergès achète la Villa Madame dont il confie les travaux de consolidation et d'aménagement à l'architecte romain Pio Piacentini. Couvrant toute l'histoire de la réhabilitation de ce prestigieux édifice de la Renaissance entre 1912 et1926, les documents du fonds Bergès découverts au Musée de la Houille Blanche de Lancey (Isère), apportent de nombreux éléments à son histoire contemporaine ainsi qu'un éclairage particulier sur la restauration au début du XXème siècle sur la place de Rome, confrontée quotidiennement aux multiples problèmes de la préservation des monuments et intense foyer d'échanges internationaux. La "restauration" de la Villa Madame, s'inscrit dans le foisonnement des réflexions qui étaient alors en œuvre : au départ guidée par des préceptes plutôt inspirés de Camillo Boito, elle est ensuite jugée avec des critères se rapprochant de la future Charte d'Athènes. Le résultat est donc celui des hésitations de ce début de siècle, entre les habitudes de reconstruction issues du XIXème et l'application des principes de la conservation préventive qui commencent à s'imposer.
Il 14 gennaio 1913 l'ingegnere francese Maurice Bergès acquista Villa Madama ed affida i lavori di consolidamento e restauro all'architetto romano Pio Piacentini. Il "fondo Bergès", scoperto al Musée de la Houille Blanche e che riguarda Villa Madama nel periodo 1912-1926, porta numerosi elementi alla storia contemporanea della villa ed una luce particolare sul restauro all'inizio del XX secolo. All'epoca vi era grande fermento nella Città Eterna, luogo d'elezione di intensi scambi internazionali e di confronto quotidiano sui molteplici problemi legati al restauro, che condurranno alla Carta di Atene nel 1931 e poi a quella di Venezia nel 1963. Quantunque già nel 1912 alcuni pensatori avessero già delle idee precise in merito ed alcuni specialisti elaborassero progetti con un'intuizione illuminata rivolta al futuro, fu necessario del tempo per chiarire i nuovi principi, imporsi alla maggior parte di coloro che avevano il potere decisionale, modificare le abitudini dei professionisti del settore, convincere i politici e adire le istanze amministrative. Il "restauro" di Villa Madama si iscrive in questo vortice di attività: guidato inizialmente da precetti ispirati piuttosto da Camillo Boito, sarà in seguito valutato con criteri vicini alla futura Carta di Atene. Il risultato è quindi legato alle esitazioni dell'inizio secolo, in bilico tra le tendenze di ricostruzione derivanti dal XIX secolo e l'attuazione dei principi di conservazione preventiva che cominciano ad imporsi. Non potendo trovare applicazione nella Villa nel 1912, quei principi furono realizzati sull'integrazione di Bergès, conservata come si presentava nel 1923 (all'esterno) e che testimonia perfettamente quelle incertezze.
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Citer

Catherine Vermorel. Villa Madame. Achat et restauration par Maurice Bergès; 1913/1925.. Bollettino ICR, 2008, 16-17, pp.3-48. ⟨hal-00941896⟩
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