Intendiamo analizzare i paradossi della ricezione di due figure imprescindibili della letteratura italiana del Novecento: Matilde Serao (1856-1927), prima donna ad aver fondato e diretto tre quotidiani nazionali (Corriere di Roma, Il Mattino, Il Giorno), nonché autrice di numerosi romanzi e novelle, e Grazia Deledda (1871-1936), anch’essa autrice di numerosi romanzi e raccolte di novelle, prima – e unica – scrittrice italiana ad avere ottenuto il Premio Nobel per la letteratura (1926). A dispetto dell’eccezionalità del loro destino, in un’epoca in cui la maggior parte delle donne italiane non poteva sfuggire alla sfera domestica e famigliare, Grazia Deledda e Matilde Serao sono oggi considerate come scrittrici relativamente minori. Ci proponiamo di analizzare i motivi di questa ricezione paradossale indagando in particolare il ruolo e il persistere degli stereotipi di genere nella letteratura critica e, di conseguenza, nella costruzione del canone.