Il presente articolo analizza la struttura formale e l’impianto tematico del romanzo di Nanni Balestrini pubblicato nel 1971, Vogliamo tutto, in cui la rappresentazione del “popolo” è centrale. Si ragiona su tre punti in particolare : il legame tra le tematiche che emergono nel libro del 1971 (povertà, disoccupazione, questione meridionale, lavoro operaio, alienazione, città-dormitorio, ecc.) e i suoi antecedenti nella letteratura industriale ; l’aspetto formale della seconda parte del romanzo in cui la narrazione passa dalla prima persona singolare alla prima plurale e segna, grammaticalmente, una presa di coscienza da parte del protagonista, oltre che la forte continuità tra forma e contenuto nell’opera balestriniana ; infine, l’analisi del lettore implicito del testo, non più individuato nell’operaio-massa che ritrova nel romanzo un manifesto della sua protesta, ma il lettore borghese che può decodificare il testo e contestualizzarlo da un punto di vista storico-letterario.